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la nevrosi del re

C’era un tempo in cui la vita sociale veniva scandita da regole e prescrizioni incontestabili,  le quali, se da un lato regolavano l’ordine sociale, dall’altro restringevano fino ad annullare, da parte delle persone, la possibilità di esprimersi e agire in modo libero e consapevole, impedendo anche solo l’ipotesi di una possibile “autodeterminazione

Era il tempo in cui  i Re e gli Imperatori detenevano potere di vita di morte sugli Uomini

In seguito, tutto è cambiato. L’ Umanità ha scoperto la “Democrazia“, il potere esercitato direttamente dal Popolo, ed i regnanti, loro malgrado, hanno dovuto smettere di interferire con la vita delle comunità e del singolo individuo. Una nuova era, densa di prospettive e possibilità,  si apriva per chiunque…finalmente liberi, finalmente in grado di decidere in modo autonomo cosa dire e cosa fare! Il peggio, dunque, era passato…

Peccato solo che, di fatto, in realtà,  non fosse cambiato assolutamente nulla…..

I Re e gli Imperatori hanno solo mutato veste, ma conservato integro il loro potere di controllo sulle masse. Un tempo, usavano gli emissari e facevano affiggere i loro editti. Oggi, usano televisione e giornali, ma, rispetto ad allora, purtroppo,  il Popolo non lo sà!

Nonostante ciò, il Re , per la prima volta nella storia, stà perdendo il controllo sui mezzi che ha usato e usa per dominare i suoi sudditi…..per questo la nevrosi è diventata, ultimamente,  sua inseparabile compagna!

In questo Podcast, sarà spiegato nel dettaglio come agisca la cosiddetta informazione mainstream, quella che tutti conosciamo come “Informazione Ufficiale”, e quali strumenti usi per snaturare la realtà. Vedremo come spesso (e volentieri) essa si prostituisca a chi la compra, falsando, con lucida disonestà, i fatti, e fornendo una visione pericolosamente distorta del mondo in cui tutti viviamo.

Più conosceremo il suo modo di agire, più saremo capaci di osservare il patetico tentativo che ormai, quotidianamente, mette in campo per mantenere in vita un potere ormai morto!

 

Buon ascolto!                                La nevrosi del Re” Podcast

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Il generale pinocchio

“Dire le bugie, il più brutto vizio che possa avere un ragazzo”. Questa è la frase, lapidaria ed inequivocabile, con cui la Fata Turchina redarguisce Pinocchio nel momento del loro incontro. Una frase che ben sintetizza, invero, tutta l’opera del Collodi, e che ci da’ subito la misura della gravità di tale “vizio”, essendo tutte le disavventure vissute dal nostro burattino causate proprio da questo suo difetto: non riuscire, per quanto si sforzi, a dire la pura e semplice “verità”. Una favola, certo, quella di Collodi, la quale, però, mette in evidenza un aspetto fondamentale delle relazioni, ossia che tutto può essere presentato come il contrario di tutto e che ciò, tuttavia, ha conseguenze catastrofiche per chi lo fa’.

In questo Podcast, tratto da un articolo scritto da Jacopo Castellini per la rivista PuntoZero, titolato “La mia grossa, grassa guerra mondiale”, il principio universale sopra descritto si trasferisce nella realtà, dimostrandoci come, purtroppo, le bugie di Pinocchio siano ben poca cosa rispetto a quelle che i Media, il cui compito sarebbe quello di evitarle ad ogni costo, ci raccontano, invece, quotidianamente, facendo da portavoce a Pinocchi istituzionali e ipnoticamente imposti come detentori della più adamantina integrità morale e intellettuale.

Nello specifico, vengono descritti tutti gli inquietanti retroscena dei movimenti geopolitici attualmente in corso nel mondo, e del loro trasformarsi in quei conflitti bellici, presenti o in nuce, che tanto tengono con il fiato sospeso intere aree di questo pianeta. L’obbiettivo è quello di generare paura e destabilizzare ogni equilibrio possibile nel modo più vasto possibile, mistificando e distorcendo i veri accadimenti, ma soprattutto le vere motivazioni alla loro origine. Tutto questo, con l’unico scopo di mantenere in vita un sistema di potere e di organizzazione delle società umane giunto ormai al suo inevitabile epilogo.

Ascoltando questo articolo, vi sarà certamente più chiaro in quale modo ciò che oggi viene presentato come vero dai Media non lo sia affatto, e come Pinocchio sia più che mai vivo e vegeto, incarnato negli esponenti di maggior spicco della politica nazionale ed internazionale, multiforme, astuto, spregiudicato e, ahinoi, per nulla disposto ad ascoltare i preziosi e salvifici consigli della Fata Turchina. No! Pinocchio è cresciuto, e affatto bene, per giunta. Non ha più bisogno di una Fata. E tutti noi……di credergli!

 

Buon ascolto!                                     “Il generale pinocchio” Podcast

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Il signore dei terroristi e l’inganno mediatico

“L’hanno detto al Telegiornale”…..quante volte ci è capitato di dire o sentir dire questa frase? Probabilmente molte. Garanzia di vera quanto obbiettiva notizia, la “grande madre mediatica” rasserena amorevolmente ogni nostra incertezza e placa, come solo una madre attenta ai suoi figli sa’ fare, ogni nostro timore, riportandoci prontamente allo stato di ovattata e serena innocenza nel quale tanto amiamo rimanere. D’altra parte come biasimare noi stessi? Perché mai dovremmo sforzarci di produrre una interpretazione dei fatti e della realtà che ci circondano autonoma, cominciando l’iniziatica metamorfosi che ci trasformerebbe da bimbi dipendenti ad adulti autosufficienti? Non è forse più piacevole sentire di poter sempre contare su un sostegno (mediaticamente materno) che plachi ogni dubbio, che insomma “faccia al posto nostro”? A giudicare dagli ultimi episodi internazionali, non ultimo l’attentato alla sede della rivista satirica parigina, sembrerebbe proprio di si!

In questo Podcast descriveremo come, concretamente, l’informazione che tutti i giorni ci viene data riguardo la realtá, sia invece il risultato di un’abile processo di sorveglianza mentale, attuato da gruppi di tecnici specializzati nel controllo delle masse attraverso sofisticate metodologie di manipolazione del linguaggio e destrutturazione dei meccanismi logici.

Scopriremo come la “Grande Madre Mediatica” sia in realtà al soldo di una élite nascosta e invisibile, che lucidamente pianifica e mantiene una prigione mentale nella quale tutti, più o meno consapevolmente, viviamo: una prigione senza sbarre, senza mura, senza odore, un’illusione mortale dalla quale ognuno di noi, se vorrà, avrà presto la possibilità di risvegliarsi.

Alla fine potremmo anche decidere, in nome dell’inalienabile diritto a reclamare la nostra libertà e lo sviluppo della nostra coscienza, di autoproclamarci orfani di madre ….mediatica, intendiamoci.

Buon ascolto!

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il democratico dittatore

Può un dittatore essere democratico? Oppure una tale eventualità creerebbe una insostenibile dissonanza? È evidente che un dittatore, democratico non può essere per definizione. Nonostante ciò appare sempre più evidente che il sistema nel quale ci troviamo a vivere sia riuscito, attraverso una particolare alchimia, a trovare il giusto ingrediente per generare un essere capace di sostenere e realizzare in se’ tale contraddizione, una finta democrazia che è in realtà una democratica dittatura. L’ingrediente magico attraverso il quale si è riusciti a creare una tale mostruosità ha un nome. Si chiama “Politicamente corretto”.
Di tale ingrediente già George Orwell aveva descritto la composizione nel suo romanzo 1984.

In questo Podcast, tratto dall’articolo “La tirannia del politicamente corretto” di Viator per Anticorpi.info, descriveremo in quale misura tale concetto, del politicamente corretto appunto, sia stato reso un imperativo, da adottarsi sempre e comunque ogniqualvolta ci si voglia esprimere su materie come la politica, la finanza, le scienze, la letteratura, o qualsiasi altro tema riguardi la nostra società. Non adeguarsi a tale imperativo, significherebbe esporsi a dure critiche o, nel migliore dei casi, bonari sorrisi di compassione, come se manifestare un punto di vista diverso da quello comunemente accettato, nel reciproco rispetto e con i dovuti modi si intende, rappresenti comunque una sorta di moderna bestemmia o la prova inconfutabile della precarietà mentale di chi lo fa.

Ed ecco che allora, come nell’antica Sparta, chiunque sia diverso, in questo caso per le sue idee piuttosto che per un difetto fisico, viene gettato dalla rupe del “politicamente corretto”.
Ebbene la semplice domanda che a questo punto potremmo porci in modo molto pratico è: il politicamente corretto ci è utile? È utile per la nostra vita quotidiana, per il nostro futuro? O non è forse la versione moderna del “tiepidismo” di dantesca memoria? In altre parole è conveniente per noi essere politicamente corretti? E soprattutto, può un dittatore essere democratico?

Buon ascolto!

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Confessioni di un oligarca impegnato

Oligarchia è un termine derivante dal greco che si compone di due parti : olígoi (pochi) e archè (potere, comando). Quindi il potere di pochi. Termine che si contrappone in maniera inequivocabile a quello di democrazia, sempre dal greco démos (popolo) e crátos (potere). Quindi potere del popolo.

Ovviamente lo stato in cui noi tutti ci troviamo a vivere è contraddistinto da una condizione di democrazia, per di più partecipativa. Ovviamente.

Eppure, forse, non proprio così ovvio.

A ben guardare il controllo dei meccanismi finanziari (vedi banche) sulle nostre vite, così massivo e impositivo, non ha molto a che fare con il concetto di democrazia. Per non parlare di quello politico, così sfuggevole nella sua apparente modalità partecipativa che in realtà non tiene mai e in nessun modo conto del volere dei cittadini, lasciandoli sempre privi della soddisfazione di veder realizzato anche solo uno di quei propositi che l’eleggibile politico di turno promette pomposamente di realizzare una volta eletto. Non solo. Oggi, per citare un altro esempio, multinazionali come la “Monsanto” decidono impunemente cosa dobbiamo mangiare, e a nulla valgono le proteste o i legittimi dubbi dei cittadini a riguardo. Insomma, tutto sembra somigliare più ad un’oligarchia che a una democrazia.

In questo Podcast, tratto da una serie di articoli scritti per “Anticorpi.info”, porremo qualche dubbio sul fatto che la vita della società moderna non sia poi tanto diversa da quella delle antiche oligarchie (pur vantandosi di essere progredita rispetto al passato), e lo faremo attraverso la presunta confessione di un oligarca tipico del nostro tempo, vestito cioè di buoni intenti democratici e liberali. Insomma uno di quei signori appartenente alle cosiddette élites che governano il mondo, il quale decide, insieme a pochi suoi simili, le sorti dell’umanità.

Il tutto con tono satirico e allegro, non tanto perché la questione sia comica, ma bensì per rammentare che molti sono gli aspetti poco chiari nella gestione della politica nazionale e internazionale. Con un minimo di attenzione ai fatti che ci circondano, non sarà infatti difficile per nessuno ravvisare come oramai ciò che chiamiamo democrazia di democratico ha solo il nome, mentre la sostanza è squisitamente oligarchica. Con un minimo di attenzione ai fatti.

Buon ascolto!

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Complottismo: l’eresia del XXI secolo

Tutte le volte in cui due o più individui, di comune accordo, agiscano con l’intento di danneggiare una terza parte inconsapevole, secondo un qualunque dizionario della lingua italiana, ha luogo un complotto. Definizione certa, quindi, diremmo cristallina nella sua semplicità. Nonostante ciò tale vocabolo si è trasformato, ultimamente, in una accezione carica di significati negativi che stanno ad indicare per lo più una strana deviazione mentale di chi provasse ad usarlo per descrivere alcuni aspetti del mondo reale, peraltro sotto gli occhi di tutti, da punti di vista diversi rispetto a quelli proposti dall’informazione ufficiale, e quindi per definizione “obbiettiva” e scevra da qualsivoglia interpretazione fantasiosa o peggio “dietrologica” della realtà, come se dietrologia fosse sinonimo di paranoia.

A ben vedere, invece, ci sono troppi aspetti della quotidianità che stridono di fronte ad una analisi disincantata e realmente oggettiva della loro genesi, che sarebbe utile riconsiderare staccandosi coraggiosamente da interpretazioni preconfezionate in modo standardizzato dai media che, ricordiamolo, hanno da tempo cessato di riportare fatti e notizie dando una interpretazione diversificata e aperta di essi. In tal senso il cosiddetto “complottismo” compie sicuramente una funzione di autotutela collettiva prendendo il posto di quello che un tempo veniva definito giornalismo d’inchiesta ormai totalmente estinto (o fatto estinguere, anche se avanzare questa riprovevole ipotesi ha un sapore pericolosamente “complottistico”).

Con questo non siamo qui a dire che ogni teoria del complotto sia giustificabile o vada accettata a priori per partito preso, anzi. Tale atteggiamento non avrebbe nulla di diverso da quello su cui si basa l’informazione ufficiale che stigmatizza, appunto, a priori, qualsiasi interpretazione ragionevolmente diversa della realtà, barricandosi dietro la necessità di produrre delle prove inconfutabili a sostegno di esse. Prove spesso pretese da una giurisprudenza indirettamente gestita da quello stesso sistema nei confronti del quale dovrebbe essere fatta valere.

In questo Podcast, tratto da un articolo di Viator per anticorpi.info,  anche attraverso alcuni dei fatti più clamorosi degli ultimi decenni (vedi 11 Settembre 2001), cercheremo di definire con più chiarezza cosa si intenda esattamente per complottismo, tentando al contempo di considerare, una volta tanto, questo atteggiamento mentale per ciò che di buono può dare in un’ottica di maggiore consapevolezza riguardo alla realtà che tutti i giorni viviamo.

E tutto questo per non rischiare di ripetere errori che, nel corso della storia, hanno frenato irrimediabilmente, nel tempo in cui venivano commessi, l’evoluzione dell’umanità : la condanna degli eretici, infatti, dovrebbe essere un’esperienza del passato……..a vantaggio del presente!

Buon ascolto

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