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Il grande inganno

Siamo proprio sicuri che l’impianto economico-finanziario nonché giuridico con il quale ci rapportiamo tutti i giorni sia reale, concreto per non dire “incontestabile”? Possiamo altresì essere assolutamente certi che le nostre società siano regolate da meccanismi legislativi leciti, legittimi e consentiti? E se invece gli Stati, insieme alle loro leggi, fossero solo una colossale truffa, ordita da secoli a discapito di inconsapevoli cittadini, avvolti dal più monumentale inganno intessuto per mantenerli immersi in una realtà che di reale ha ben poco?

In questo Podcast, tratto da un articolo di Jacopo Castellini per la rivista Puntozero, vedremo che le ipotesi sopra menzionate sono tutte confermabili, dati alla mano, e che, effettivamente, gli Stati e le leggi che li regolano sono in realtà il frutto di un apparato giuridico che non corrisponde assolutamente a quello che ci viene proposto per legittimo e al quale tutti siamo sottoposti. Vedremo come in realtà, ad esempio, questi Stati siano delle società di diritto privato (quindi società private a tutti gli effetti), come la frangia dorata apposta su tutte le bandiere che appaiono in contesti ufficiali cambi totalmente il significato legale delle stesse, come ogni cittadino (anche italiano) al momento della registrazione anagrafica, venga trasformato in un titolo di stato corrispondente a un numero di codice preciso a sua volta registrato presso il SEC di Washington, ed infine come tutta la giurisprudenza faccia, concretamente, riferimento a quello che viene definito diritto commerciale marittimo.

Tutto ciò accade da secoli, nei quali, grazie a tali nascoste modalità, il mondo versa nelle condizioni che tutti conosciamo.

Dopo aver ascoltato questa esposizione, può darsi che la vostra opinione sul mondo e sui meccanismi che lo regolano sia cambiata. In tutta sincerità ci auguriamo che sia proprio così, perché ciò che ascolterete è reale e verificabile, mentre ciò che avete sempre pensato del mondo…….non lo è.

 

Buon ascolto!

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Il signore dei terroristi e l’inganno mediatico

“L’hanno detto al Telegiornale”…..quante volte ci è capitato di dire o sentir dire questa frase? Probabilmente molte. Garanzia di vera quanto obbiettiva notizia, la “grande madre mediatica” rasserena amorevolmente ogni nostra incertezza e placa, come solo una madre attenta ai suoi figli sa’ fare, ogni nostro timore, riportandoci prontamente allo stato di ovattata e serena innocenza nel quale tanto amiamo rimanere. D’altra parte come biasimare noi stessi? Perché mai dovremmo sforzarci di produrre una interpretazione dei fatti e della realtà che ci circondano autonoma, cominciando l’iniziatica metamorfosi che ci trasformerebbe da bimbi dipendenti ad adulti autosufficienti? Non è forse più piacevole sentire di poter sempre contare su un sostegno (mediaticamente materno) che plachi ogni dubbio, che insomma “faccia al posto nostro”? A giudicare dagli ultimi episodi internazionali, non ultimo l’attentato alla sede della rivista satirica parigina, sembrerebbe proprio di si!

In questo Podcast descriveremo come, concretamente, l’informazione che tutti i giorni ci viene data riguardo la realtá, sia invece il risultato di un’abile processo di sorveglianza mentale, attuato da gruppi di tecnici specializzati nel controllo delle masse attraverso sofisticate metodologie di manipolazione del linguaggio e destrutturazione dei meccanismi logici.

Scopriremo come la “Grande Madre Mediatica” sia in realtà al soldo di una élite nascosta e invisibile, che lucidamente pianifica e mantiene una prigione mentale nella quale tutti, più o meno consapevolmente, viviamo: una prigione senza sbarre, senza mura, senza odore, un’illusione mortale dalla quale ognuno di noi, se vorrà, avrà presto la possibilità di risvegliarsi.

Alla fine potremmo anche decidere, in nome dell’inalienabile diritto a reclamare la nostra libertà e lo sviluppo della nostra coscienza, di autoproclamarci orfani di madre ….mediatica, intendiamoci.

Buon ascolto!

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Il nuovo dis-ordine mondiale

L’idea che spesso abbiamo del mondo, è basata su un concetto preciso: l’ordine. Tutto deve essere in qualche modo regolato, messo in ordine. E per questo, ci sono delle leggi, degli ordinamenti, delle abitudini nonché delle consuetudini. Se il mondo non avesse alla sua base delle regole, secondo quanto ci viene insegnato, cadrebbe nel caos, e come non essere d’accordo! Orbene, quali sono le leggi, gli ordinamenti, le abitudini e consuetudini che dovrebbero regolare la vita su questo pianeta? E, soprattutto, a chi dovrebbe essere dato il compito di stabilirle?

In questo Podcast, tratto dagli articoli che troverete menzionati al suo interno, analizzeremo tali domande, cercandone, ovviamente, la risposta.
Vedremo come le leggi e gli ordinamenti che regolano le nostre società non siano il frutto del “principio etico” (che vige al di sopra di qualunque legge) e del “diritto naturale“, ma bensì di contorte, illogiche e spesso dannose e distruttive idee partorite da gruppi di potere elitari i quali, nostro malgrado e comunque momentaneamente, detengono il potere di decidere per noi.

E tutto ciò, ancora una volta, per diventare sempre più consapevoli del fatto che ognuno, individualmente, è chiamato a decifrare i segnali di quella che si preannuncia come la peggiore delle dittature attuata contro l’Umanitá intera, dittatura tanto più pericolosa in quanto ammantata di liberalità e progresso.

I giochi sono già determinati, e il disegno elitarista è destinato ad un clamoroso fallimento. L’unica differenza starà, come sempre, nel nostro grado di autocoscienza.

Buon ascolto!

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Il bruco nel cervello

L’espressione “cervello bacato” potrebbe essere considerata in senso letterale? Potrebbe cioè riferirsi ad un effetto indotto sui nostri processi cognitivi, tale da renderli inefficaci, fuori dal nostro controllo e totalmente manipolabili, dal punto di vista neurologico, dall’esterno e senza poter opporre resistenza alcuna a tale manipolazione, in quanto nascosta alla nostra percezione cosciente?

Secondo l’articolo di Steven DiBasio dal titolo originale Il controllo mentale del XXI secolo apparso sul numero di Settembre 2014 di “NEXUS New Time” di cui si tratta in questo Podcast, non solo sembrerebbe possibile ma addirittura già attuato. Sembrerebbe cioè, che le tecnologie in grado di insinuarsi nella mente e controllare i comportamenti siano diventate sempre più sofisticate nel corso dei decenni e che, ovviamente, vengano tenute nascoste per motivi di sicurezza nazionale.

Vi sono, però, alcuni ultimi sviluppi i quali sono comunque stati resi pubblici, lasciando ben poco spazio ad eventuali dubbi sulla effettiva veridicità ed efficacia di tali mezzi di controllo subliminale.

L’eventualità, quindi, che un “bruco” possa insinuarsi nel nostro cervello diventa, dunque, più che probabile. In una mela sarebbe segno di qualità. Nella nostra testa, invece, non proprio…

L’antidoto? Senza dubbio la consapevolezza individuale che, forse, “siamo di fronte a un mondo in cui una fantascienza antiutopica sta rapidamente diventando realtà”.

Buon ascolto!

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il democratico dittatore

Può un dittatore essere democratico? Oppure una tale eventualità creerebbe una insostenibile dissonanza? È evidente che un dittatore, democratico non può essere per definizione. Nonostante ciò appare sempre più evidente che il sistema nel quale ci troviamo a vivere sia riuscito, attraverso una particolare alchimia, a trovare il giusto ingrediente per generare un essere capace di sostenere e realizzare in se’ tale contraddizione, una finta democrazia che è in realtà una democratica dittatura. L’ingrediente magico attraverso il quale si è riusciti a creare una tale mostruosità ha un nome. Si chiama “Politicamente corretto”.
Di tale ingrediente già George Orwell aveva descritto la composizione nel suo romanzo 1984.

In questo Podcast, tratto dall’articolo “La tirannia del politicamente corretto” di Viator per Anticorpi.info, descriveremo in quale misura tale concetto, del politicamente corretto appunto, sia stato reso un imperativo, da adottarsi sempre e comunque ogniqualvolta ci si voglia esprimere su materie come la politica, la finanza, le scienze, la letteratura, o qualsiasi altro tema riguardi la nostra società. Non adeguarsi a tale imperativo, significherebbe esporsi a dure critiche o, nel migliore dei casi, bonari sorrisi di compassione, come se manifestare un punto di vista diverso da quello comunemente accettato, nel reciproco rispetto e con i dovuti modi si intende, rappresenti comunque una sorta di moderna bestemmia o la prova inconfutabile della precarietà mentale di chi lo fa.

Ed ecco che allora, come nell’antica Sparta, chiunque sia diverso, in questo caso per le sue idee piuttosto che per un difetto fisico, viene gettato dalla rupe del “politicamente corretto”.
Ebbene la semplice domanda che a questo punto potremmo porci in modo molto pratico è: il politicamente corretto ci è utile? È utile per la nostra vita quotidiana, per il nostro futuro? O non è forse la versione moderna del “tiepidismo” di dantesca memoria? In altre parole è conveniente per noi essere politicamente corretti? E soprattutto, può un dittatore essere democratico?

Buon ascolto!

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Confessioni di un oligarca impegnato

Oligarchia è un termine derivante dal greco che si compone di due parti : olígoi (pochi) e archè (potere, comando). Quindi il potere di pochi. Termine che si contrappone in maniera inequivocabile a quello di democrazia, sempre dal greco démos (popolo) e crátos (potere). Quindi potere del popolo.

Ovviamente lo stato in cui noi tutti ci troviamo a vivere è contraddistinto da una condizione di democrazia, per di più partecipativa. Ovviamente.

Eppure, forse, non proprio così ovvio.

A ben guardare il controllo dei meccanismi finanziari (vedi banche) sulle nostre vite, così massivo e impositivo, non ha molto a che fare con il concetto di democrazia. Per non parlare di quello politico, così sfuggevole nella sua apparente modalità partecipativa che in realtà non tiene mai e in nessun modo conto del volere dei cittadini, lasciandoli sempre privi della soddisfazione di veder realizzato anche solo uno di quei propositi che l’eleggibile politico di turno promette pomposamente di realizzare una volta eletto. Non solo. Oggi, per citare un altro esempio, multinazionali come la “Monsanto” decidono impunemente cosa dobbiamo mangiare, e a nulla valgono le proteste o i legittimi dubbi dei cittadini a riguardo. Insomma, tutto sembra somigliare più ad un’oligarchia che a una democrazia.

In questo Podcast, tratto da una serie di articoli scritti per “Anticorpi.info”, porremo qualche dubbio sul fatto che la vita della società moderna non sia poi tanto diversa da quella delle antiche oligarchie (pur vantandosi di essere progredita rispetto al passato), e lo faremo attraverso la presunta confessione di un oligarca tipico del nostro tempo, vestito cioè di buoni intenti democratici e liberali. Insomma uno di quei signori appartenente alle cosiddette élites che governano il mondo, il quale decide, insieme a pochi suoi simili, le sorti dell’umanità.

Il tutto con tono satirico e allegro, non tanto perché la questione sia comica, ma bensì per rammentare che molti sono gli aspetti poco chiari nella gestione della politica nazionale e internazionale. Con un minimo di attenzione ai fatti che ci circondano, non sarà infatti difficile per nessuno ravvisare come oramai ciò che chiamiamo democrazia di democratico ha solo il nome, mentre la sostanza è squisitamente oligarchica. Con un minimo di attenzione ai fatti.

Buon ascolto!

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Complottismo: l’eresia del XXI secolo

Tutte le volte in cui due o più individui, di comune accordo, agiscano con l’intento di danneggiare una terza parte inconsapevole, secondo un qualunque dizionario della lingua italiana, ha luogo un complotto. Definizione certa, quindi, diremmo cristallina nella sua semplicità. Nonostante ciò tale vocabolo si è trasformato, ultimamente, in una accezione carica di significati negativi che stanno ad indicare per lo più una strana deviazione mentale di chi provasse ad usarlo per descrivere alcuni aspetti del mondo reale, peraltro sotto gli occhi di tutti, da punti di vista diversi rispetto a quelli proposti dall’informazione ufficiale, e quindi per definizione “obbiettiva” e scevra da qualsivoglia interpretazione fantasiosa o peggio “dietrologica” della realtà, come se dietrologia fosse sinonimo di paranoia.

A ben vedere, invece, ci sono troppi aspetti della quotidianità che stridono di fronte ad una analisi disincantata e realmente oggettiva della loro genesi, che sarebbe utile riconsiderare staccandosi coraggiosamente da interpretazioni preconfezionate in modo standardizzato dai media che, ricordiamolo, hanno da tempo cessato di riportare fatti e notizie dando una interpretazione diversificata e aperta di essi. In tal senso il cosiddetto “complottismo” compie sicuramente una funzione di autotutela collettiva prendendo il posto di quello che un tempo veniva definito giornalismo d’inchiesta ormai totalmente estinto (o fatto estinguere, anche se avanzare questa riprovevole ipotesi ha un sapore pericolosamente “complottistico”).

Con questo non siamo qui a dire che ogni teoria del complotto sia giustificabile o vada accettata a priori per partito preso, anzi. Tale atteggiamento non avrebbe nulla di diverso da quello su cui si basa l’informazione ufficiale che stigmatizza, appunto, a priori, qualsiasi interpretazione ragionevolmente diversa della realtà, barricandosi dietro la necessità di produrre delle prove inconfutabili a sostegno di esse. Prove spesso pretese da una giurisprudenza indirettamente gestita da quello stesso sistema nei confronti del quale dovrebbe essere fatta valere.

In questo Podcast, tratto da un articolo di Viator per anticorpi.info,  anche attraverso alcuni dei fatti più clamorosi degli ultimi decenni (vedi 11 Settembre 2001), cercheremo di definire con più chiarezza cosa si intenda esattamente per complottismo, tentando al contempo di considerare, una volta tanto, questo atteggiamento mentale per ciò che di buono può dare in un’ottica di maggiore consapevolezza riguardo alla realtà che tutti i giorni viviamo.

E tutto questo per non rischiare di ripetere errori che, nel corso della storia, hanno frenato irrimediabilmente, nel tempo in cui venivano commessi, l’evoluzione dell’umanità : la condanna degli eretici, infatti, dovrebbe essere un’esperienza del passato……..a vantaggio del presente!

Buon ascolto

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