Di questo si tratta, veri e propri fiumi bianchi che ogni giorno si riversano nei supermercati, bar, asili, scuole, ristoranti, abitazioni, regioni, stati, continenti…latte, latte ovunque e ad oltranza. Fiumi di salutare latte che tutto pervade e rassicura, con la sua identità simbolicamente materna. La domanda più ovvia, a questo punto, sarebbe:
“È utile?”.. O meglio: “Tutto questo latte fa bene alla salute?”.

Approfondendo la questione, in modo onesto, sembrerebbe di no. Il latte vaccino è infatti una sostanza prodotta dalla mucca, mammifero appartenente ad una specie diversa dalla nostra, per il vitello, il quale, appartenendo invece alla stessa specie della mucca, è dotato di un apparato digerente in grado di digerire e metabolizzare quel tipo di latte. L’uomo no. Per quanto riguarda il latte, l’essere umano è in grado di digerire compiutamente solo il latte materno il quale, essendo una sostanza prodotta su misura dal seno della madre per il bimbo, risulta essere un alimento specie-specifico, quindi altamente digeribile.

Questione risolta dunque? Non proprio. Molti sono infatti i miti che ancora circondano questo alimento e che fanno da supporto, non si capisce se in buona o cattiva fede, al suo costante consumo. Vediamo i due più diffusi:

Il latte è ricco di calcio e rinforza le ossa
Pur essendo innegabile che il latte è ricchissimo di calcio, non si tiene tuttavia nella dovuta considerazione che, essendo il latte vaccino costituito da macromolecole di calcio, quindi non bio-disponibili, l’organismo deve eliminarle velocemente per non incorrere in gravi danni metabolici che interesserebbero soprattutto i reni e quindi non è in grado di utilizzarle in alcun modo. In pratica, la quantità di calcio contenuta nel latte di mucca passa, per così dire, attraverso il nostro corpo senza essere assimilato. Inoltre, il latte ha un fortissimo potere acidificante sul PH ematico e produce quindi fenomeni di acidosi. Essendo questa una eventualità che non si può mai verificare in quanto il PH ematico è un valore assoluto che non può variare oltre in suo range fisiologico, pena la morte a causa del blocco della respirazione cellulare, l’organismo deve provvedere urgentemente a riportarlo nei suoi valori fisiologici. Il principale meccanismo alla base di questo riequilibrio del PH, prevede l’estrazione dei fosfati dall’osso e, siccome a queste particolari molecole si lega il calcio, tale procedura impoverisce l’osso stesso proprio del calcio. Il latte, in questo modo, non solo, come visto in precedenza non rende disponibile il suo calcio per l’osso, ma, indirettamente, produce addirittura una perdita di quello che è già presente.
Molte erbe officinali (come la salvia e il rosmarino), i semi oleosi (mandorle, nocciole, pinoli, noci, per citare i più conosciuti), i legumi, la verdura e tutti i cereali integrali, contengono mediamente molto più calcio del latte, in una forma direttamente assimilabile (bio disponibile ) e non lesiva della funzione renale.

Le proteine del latte hanno un’alto valore nutrizionale
Senza entrare nel merito della distinzione qualitativa tra proteine vegetali e animali, anche in questo caso l’affermazione secondo cui le proteine del latte avrebbero una funzione quasi fondamentale per bilanciare la dieta umana non tiene conto di alcuni principi basilari (anche solo “meccanici”) del metabolismo e della digestione nell’uomo. Per l’essere umano, infatti, la digestione del proteine animali avviene solo a livello gastrico, ambiente in cui queste vengono “aggredite”, “frazionate” e “denaturate” dall’acido cloridrico per poi proseguire, dopo tale trasformazione, nell’intestino tenue dove verranno assimilate. Il latte, essendo liquido, attraversa totalmente lo stomaco entrando direttamente nell’intestino il quale, per sua natura, non può digerire alcun tipo di proteina animale. In tale sede il latte agglutina, formando pericolose e tossiche fermentazioni, nonché alterazioni croniche della preziosa flora intestinale.

Ci sono poi molte altre complicazioni provocate dal latte, troppo spesso sottovalutate:

Perdita di ferro. Questa è dovuta a micro emorragie intestinali causate dall’irritazione che il lattosio (lo zucchero del latte) produce sulla mucosa dell’intestino. Il lattosio viene idrolizzato normalmente da un’enzima (lattasi) che cessa di essere prodotto con la prima dentizione. Non essendo quindi più idrolizzato compiutamente, il lattosio, nell’intestino, viene aggredito dai batteri intestinali generando diarrea, coliche, fermentazioni e quindi irritazione della parete intestinale la quale, a sua volta, producendo uno stato infiammatorio cronico, può portare a micro lesioni di tale parete, con piccole emorragie e conseguente perdita di ferro.

Ipercolesterolemia. I grassi saturi del latte vengono metabolizzati con difficoltà, creando affaticamenti cardiaci e sovraccarichi epatobiliari, e predisponendo a eczemi, otiti, bronchiti catarrali e allergie, molto frequenti nei bambini, per i quali si evidenzia una quasi immediata remissione di tali sintomi nel momento in cui si sospende l’assunzione del latte vaccino.

Allergie. Durante la sua digestione, che abbiamo visto essere estremamente incompleta, il latte produce una grande quantità di allergeni, responsabili delle più comuni e diffuse allergie.

Diabete. Il nostro organismo produce degli anticorpi specifici, che hanno lo scopo di contrastare le proteine non compiutamente digerite del latte. Tali anticorpi, di rimbalzo, tendono ad attaccare anche le cellule BETA del pancreas, responsabili della produzione di insulina.

Dunque, concludendo. Possiamo considerare il latte vaccino come un alimento sano e soprattuto compatibile con l’uomo? Alla luce delle considerazioni sin qui prodotte, risulta improbabile.
Nonostante ciò, i fiumi bianchi di latte vaccino continuano a scorrere impetuosi. Per la nostra salute e quella dei nostri bambini, l’alternativa potrebbe essere quella di bagnarci sulle sponde di fiumi di mandorle, avena, riso o magari soya…….acque sicuramente più salutari!